Il castello reale di Sarre a Sarre in Valle d’Aosta, la residenza estiva dei Reali di Savoia
Il castello reale di Sarre è un castello valdostano, situato nel comune di Sarre, presso la località Lalex, in Valle d’Aosta.
Il castello reale di Sarre e’ di origine medioevale. E’ ricostruito tra il XVIII e il XIX secolo, quando diventa residenza estiva dei reali di Savoia.
L’alta torre merlata che svetta al centro della dimora è tutto ciò che resta dell’ antica storia del maniero.
Questo è acquistato nel 1708 dal barone Ferrod, che lo rimaneggiò prima di fallire miseramente.
Nel 1869, in seguito Vittorio Emmanuele II lo trasformo in residenza per le battute venatorie.
A memoria delle imprese del Re Cacciatore e del suo successore Umberto I resta il salone dei trofei.
Il salone è decorato con i palchi di corna oltre di mille stambecchi e settecento camosci.
Il castello testimonia le diverse fasi storiche della presenza sabauda in Valle d’ Aosta.
Originariamente il piano terreno ospitava l’ appartamento del principe ereditario, quello del custode e una sala da pranzo collegata ai locali di cucina, dispensa e cantina del piano sotterraneo.
Dal 1989 queste sale del piano terreno sono visitabili liberamente e dedicate ad una mostra permanente sulle famiglia Savoia e a locali di servizio.
Il primo piano ospita tuttora le sale appartenenti all’Appartamento Reale.
Queste con l’ ausilio di alcuni arredi originali e i tessuti minuziosamente riprodotti secondo gli inventari del 1890 reperiti presso l’ Archivio storico di Torino, rievoca la dimensione abitativa dell’epoca umbertina.
L’ambiente più caratteristico è la Galleria dei Trofei il cui singolare apparato decorativo voluto da re Umberto I è realizzato con centinaia di corna di stambecco, abbinati a decorazioni floreali dipinte sulle pareti, analogamente a quanto accade nell’attiguo salone omonimo.
Il secondo piano in origine ospitava le camere da letto per gli ospiti di riguardo.
L’attuale allestimento ricostruisce gli ambienti arredati secondo le esigenze degli ultimi sovrani che lo frequentarono tra il 1935 e il 1946, comprendendo anche la loro piccola collezione di tele di autori italiani dell’Ottocento e del Novecento.



