Viaggio in Western Australia: esplorare il Kimberley, da Broome al cratere di Kandimalal 1

Viaggio in Western Australia: esplorare il Kimberley, da Broome al cratere di Kandimalal

Amici avventurieri, dimenticate le solite rotte costiere. Se cercate l’anima indomita dell’Australia, quella che pulsa tra gole millenarie e deserti color ocra, dovete puntare al Western Australia, e più precisamente, all’immenso e leggendario Kimberley. Questa regione, più grande del Regno Unito, non è solo una meta di viaggio; è un’esperienza immersiva nella natura selvaggia e nella cultura aborigena più antica del mondo.

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Il viaggio nel Kimberley è un percorso di riscoperta, un misto di avventura fuoristrada, incontri inaspettati e l’emozione di trovarsi di fronte a gallerie d’arte rupestre che risalgono a migliaia di anni fa. Preparatevi a sporcarvi di polvere rossa.

1.La perla del nord: Broome e il popolo yawuru

Il punto di partenza ideale per molti viaggi nel Kimberley è Broome, una città costiera con un passato affascinante. Broome non è solo famosa per le sue acque turchesi e i tramonti spettacolari su Cable Beach; è soprattutto il “Country” ancestrale del popolo Yawuru.

L’eredità delle perle e l’oceano: Ho camminato su Cable Beach, non solo godendomi la vista, ma imparando come gli Yawuru abbiano mantenuto una profonda connessione con l’oceano e la terra, nonostante lo sviluppo. La loro cultura, legata alla marea e alle risorse marine, è un esempio di come la saggezza ancestrale si integri con la vita moderna. Broome vanta un ricco, seppur complesso, patrimonio legato alla raccolta delle perle. Ho visitato le storiche aziende perliere e ho scoperto come questa industria abbia attratto migranti da tutto il mondo, creando un crogiolo culturale unico. Tuttavia, è essenziale ricordare il ruolo fondamentale e, a volte, difficile dei popoli Yawuru in questa storia. Oggi, gli Yawuru gestiscono attivamente le loro terre, guidando tour che svelano le storie di mare, di costa e di identità che sono intessute nel paesaggio costiero. È un’occasione per vivere una storia che è tanto commerciale quanto spirituale.

L’onda di marea e il boab prison tree: A breve distanza, la cittadina di Derby funge da porta d’accesso occidentale al Kimberley. Qui, le maree sono tra le più alte dell’emisfero australe, con escursioni che possono superare i 10 metri, uno spettacolo naturale da non perdere dal Derby Jetty. Ma Derby è anche il luogo dove si erge il famoso Boab Prison Tree, un albero secolare di oltre 1500 anni, la cui cavità fu tristemente usata come prigione di fortuna per gli Aborigeni durante l’epoca coloniale. Ammirarlo è un momento di riflessione sulla storia dolorosa della regione, che aggiunge profondità al vostro viaggio.

2. Le vie dell’avventura: Gibb river road e la pista tanami

Il Kimberley è sinonimo di road trip leggendari. Per gli amanti dell’avventura vera, ci sono due nomi che fanno battere il cuore e che richiedono un 4×4 ben equipaggiato: la Gibb River Road e la Tanami Road.

Gibb river road (grr): l’ossatura del kimberley: Non è una strada, è una sfida e una ricompensa. Questa epica pista sterrata (circa 660 km) si snoda attraverso il cuore del Kimberley, rivelando gole spettacolari come Windjana Gorge e Bell Gorge. Le sue sponde sono il “Country” di nazioni come i Bunuba e i Ngarinyin.

  • Windjana Gorge e Tunnel Creek: Windjana è un canyon scavato in una barriera corallina fossile di 350 milioni di anni fa. Camminare al suo interno significa trovarsi tra pareti altissime, cercando coccodrilli d’acqua dolce sui banchi di sabbia e imparando le storie Bunuba sul Serpente Arcobaleno che ha plasmato queste gole. Nelle vicinanze, Tunnel Creek, un sistema di grotte sotterranee, è stato il nascondiglio del leggendario eroe della resistenza aborigena Jandamarra (Pigeon), un ex poliziotto aborigeno che si ribellò contro i coloni.
  • Bell Gorge e le cascate: La Gibb River Road è famosa per le sue cascate e piscine naturali perfette per rinfrescarsi, come quelle di Bell Gorge e Mitchell Falls (più a nord). Immergersi in queste acque smeraldine, circondati da palme e rocce d’ocra, è la ricompensa finale dopo giorni di guida sulla pista accidentata.

La tanami road: sentiero di sogni su ruote: Se la Gibb River Road vi sembra troppo battuta, puntate sulla remota e polverosa Tanami Road. Questa pista leggendaria taglia il deserto e collega il Kimberley al Territorio del Nord, attraversando i territori ancestrali dei popoli del deserto come i Walmajarri.

Il collegamento con l’arte del deserto: La Tanami non è solo una rotta; è un antico percorso aborigeno, un vero e proprio “sentiero del sogno” su ruote. L’asfalto scompare e il viaggio si trasforma in un’immersione nel “bush” profondo, dove i segnali stradali lasciano spazio ai grandi alberi Boab e alle comunità d’arte come Balgo (Wirrimanu), che sono state cruciali nello sviluppo del famoso stile di pittura a punti. Per chi progetta questo viaggio esteso, è indispensabile una pianificazione meticolosa (carburante, acqua, pneumatici di scorta), ma le ricompense, in termini di cieli stellati e isolamento, sono inestimabili e connettono l’avventuriero con la vastità del Dreamtime.

3. Meraviglie geologiche e leggende del Dreamtime

Nel Kimberley, la geologia e la spiritualità sono inestricabilmente legate. I luoghi più spettacolari sono, quasi sempre, siti sacri, e i popoli Aborigeni sono i custodi delle chiavi per comprendere il loro significato profondo.

Bungle bungle ranges (purnululu national park): la cattedrale di roccia: Ho avuto la fortuna di sorvolare queste incredibili formazioni a cupola, striate di arancione e nero. I colori e le forme sono il risultato di milioni di anni di erosione, ma per il popolo Kija, i custodi ancestrali, ogni striatura e ogni cupola è la manifestazione fisica di eventi ancestrali e storie di creazione. Queste formazioni uniche al mondo sono un Patrimonio dell’Umanità UNESCO e un luogo dove si sente davvero l’antichità della terra.

  • Cathedral Gorge: Camminare nella Cathedral Gorge è come entrare in un anfiteatro naturale. L’acustica è straordinaria, e l’imponenza delle pareti di arenaria ti avvolge. Qui, l’acqua piovana crea un piccolo stagno che riflette il cielo, un luogo di meditazione e silenzio che i Kija usano da generazioni.
  • Echidna Chasm: Un’altra esperienza da brivido è addentrarsi nell’Echidna Chasm, una stretta gola verticale che in alcuni punti è larga meno di un metro, dove la luce filtra in modo drammatico, illuminando le alte palme ventaglio che crescono verso il cielo.

Il cratere di kandimalal (wolfe creek): la ferita cosmica: Addentrandosi nelle remote propaggini sud-orientali del Kimberley, oltre l’insediamento di Halls Creek, si trova un luogo di incredibile potenza: il cratere di Wolfe Creek (Kandimalal). Questo imponente cratere meteoritico, il secondo più grande del mondo con evidenze di impatto ben conservate, è un sito di immensa importanza spirituale per il popolo locale Djaru.

Ho ascoltato una delle loro affascinanti leggende del Dreamtime che narra la creazione del cratere: fu formato da un’enorme stella, un serpente arcobaleno ancestrale, che emerse dalla terra e si scontrò con un altro serpente, creando questa cicatrice nel paesaggio prima di scomparire sottoterra. Salire sul bordo e osservare il vuoto perfettamente circolare ti fa sentire piccolo di fronte all’immensità del cosmo e alla profondità della spiritualità indigena, che lega fenomeni astronomici a narrazioni terrene.

4. Arte millenaria e i centri d’arte comunitari

L’arte del Kimberley non è semplicemente decorazione, è una mappa spirituale e storica. È la patria delle enigmatiche pitture rupestri Wanjina e delle Gwion Gwion (o Bradshaw) art.

  • I misteri di Wandjina e Gwion Gwion: Le figure Wandjina sono gli spiriti della pioggia e della creazione, dipinte dai popoli Ngarinyin, Wunambal e Gaambera. Sono figure ancestrali senza bocca (perché non devono essere disturbate dalle cose terrene) con grandi occhi neri e aureole intorno alla testa. Mi è stato spiegato che in alcune aree le pitture vengono “ridipinte” periodicamente per mantenere viva l’energia spirituale del luogo, un atto sacro che continua ancora oggi. Le ancora più antiche Gwion Gwion (un tempo chiamate Bradshaw), con le loro figure umane snelle ed eleganti, sono tra le più antiche e misteriose del mondo, lasciando gli archeologi a interrogarsi sulle civiltà che le hanno prodotte.
  • I centri d’arte del deserto: Oggi, l’eredità artistica continua attraverso i centri d’arte comunitari, essenziali per la sopravvivenza culturale ed economica delle remote comunità aborigene. Luoghi come Warmun (Turkey Creek) e Balgo (Wirrimanu) sono centri vitali dove artisti Kija, Kukatja e di altre nazioni dipingono le storie del Dreamtime, usando stili unici e colori terrosi. L’acquisto di opere qui non è solo un souvenir; è un atto di supporto diretto alla trasmissione di questa cultura millenaria.

5. Consigli per un’avventura consapevole

Viaggiare nel Kimberley richiede preparazione logistica ma, soprattutto, rispetto culturale.

Preparazione logistica:

  • Le stagioni: Il Kimberley ha due stagioni distinte. La “Wet Season” (stagione umida, novembre-aprile) porta piogge monsoniche che rendono la maggior parte delle strade impraticabili. La “Dry Season” (stagione secca, maggio-ottobre) è il periodo migliore per viaggiare, anche se è fondamentale prenotare i permessi e gli alloggi con largo anticipo.
  • Il 4×4 è obbligatorio: Molte delle attrazioni più belle, come la Gibb River Road, i Bungle Bungle e l’accesso a Kandimalal, richiedono un veicolo a trazione integrale affidabile, equipaggiato per strade sconnesse, fiumi e ghiaia.

Rispetto culturale:

  • Permessi: Molte aree del Kimberley sono terre aborigene. Potrebbe essere necessario ottenere permessi (come quelli richiesti dall’organizzazione Dambimangari per alcune aree della costa) per l’accesso e l’esplorazione, una prassi semplice che dimostra il vostro rispetto per i custodi tradizionali.
  • Guida aborigena: Scegliere guide aborigene locali per esplorare le gole o i siti d’arte rupestre vi darà una comprensione infinitamente più profonda del paesaggio. Loro conoscono le “Songlines” (Vie del Canto), i percorsi che gli antenati hanno compiuto durante la creazione, e ogni albero o fonte d’acqua diventa una pagina di storia.

Un viaggio nel Western Australia, e in particolare nel Kimberley, non è un viaggio di lusso, ma un pellegrinaggio. È un’opportunità per camminare sulla terra come fanno i suoi custodi da millenni, capendo che l’Australia non è solo un continente da visitare, ma una biblioteca vivente da rispettare. Lasciatevi guidare dalla storia, dal Dreamtime e dalla bellezza indomita di una delle ultime vere frontiere.